Se avete letto il nostro precedente articolo sulla scelta della vostra prima videocamera, possiamo passare a raccontare qualcosa in più sul montaggio, una vera e propria arte della costruzione di storie in video.
Una videocamera, indipendentemente da quanto possa essere complessa in termini di qualità fotografica e capacità tecniche, resta pur sempre un mezzo con il quale dobbiamo raggiungere uno scopo ben preciso: raccontare una storia.
Per questo motivo saper utilizzare una videocamera ha un valore relativo rispetto alla capacità di un buon videomaker di saper riuscire a trattare idee e concetti.
Secondo Daniel Arijon, autore del saggio “L‘ABC della Regia”, esiste essenzialmente un principio di montaggio su cui contare: l’alternarsi di due o più centri di interesse. Tale montaggio, detto parallelo, “serve per presentare chiaramente piani della storia conflittuali o in relazione tra loro, spostandosi alternativamente da un centro di interesse ad un altro”.
Questa particolare tecnica è così comune in cinema, così come in televisione, che spesso e volentieri alcuni registi che utilizzano sperimentazioni diverse creano forme di irritazione piuttosto diffuse negli spettatori, abituati ad un racconto parallelo piuttosto che lineare.
Azione e Reazione
Daniel Arijon continua la sua descrizione del montaggio parallelo come un processo di narrazione in cui lo spettatore ha la necessità di conoscere essenzialmente due cose: “quale azione si sta svolgendo e come le persone coinvolte stiano reagendo a quella azione”.
Quando non doniamo abbastanza informazioni al nostro spettatore, non facciamo altro che creare confusione con una conseguente necessità di motivare, in forma narrativa, una serie di scelte sbagliate.
Immaginate di dover raccontare una storia ad una persona dimenticando di fornire dei particolari: molto probabilmente il vostro interlocutore vi porrà una serie di domande per comprenderne meglio i dettagli. Allo stesso modo lo spettatore del vostro video, cortometraggio o film, si sentirà spaesato davanti a informazioni mancanti, ma non potrà fare altro che accettare il vostro prodotto come finito; una narrazione sulla quale potrete dare ulteriori informazioni solo in forma di commento scritto o grazie ad un nuovo video.
Raccontiamo quindi azione e reazione nel nostro montaggio ideale, ma in che modo?
Immaginiamo di voler raccontare l’incontro di due vecchi amici, Gandalf e Bilbo, dopo tanto tempo. Ad ogni azione deve corrispondere una reazione; per far sì che questo accada dovremo girare diverse sequenze che raccontino questa storia.
Nella prima sequenza avremo l’inquadratura dell’arrivo di Gandalf presso l’abitazione di Bilbo, Gandalf bussa alla porta. La seconda sequenza ci mostrerà Bilbo all’interno della sua casa che apre la porta a Gandalf, con conseguente saluto tra amici.
Quello che abbiamo fatto, seppur in modo davvero semplice, è scatenare un rapporto tra azione e reazione. La creazione di sistemi complessi tra azione e reazione da’ vita al montaggio parallelo che, in termini semplici, permette di raccontare una o più storie attraverso l’accostamento di più sequenze l’una accanto all’altra.
Realizzazione del montaggio parallelo
Ma come realizziamo, nel pratico, le riprese per un montaggio parallelo? Ancora una volta ci viene in aiuto la tecnica.
Sono essenzialmente due le tipologie di sequenze che dovremo realizzare: Master shot e single shot.
I single shot sono riprese che permettono di raccontare parti della narrazione da diverse angolazioni o punti di vista. Possono essere parti della conversazione, dettagli, primi piani, piani di attenzione (scopriremo tutto in un nuovo post).
I master shot consistono nel posizionare una sola videocamera con la quale filmare tutto l’evento che vogliamo raccontare. Questa sequenza racconterà tutta la scena dell’incontro tra amici e ci permetterà di effettuare i tagli in montaggio sui single shot. Vedetela come una mappa sulla quale costruire il nostro montaggio. Spesso e volentieri il master shot viene utilizzato solo come guida e poi non utilizzato per il montaggio finale, altre volte (come nei casi dei film di Sofia Coppola) è l’unico modo per raccontare una parte della storia, senza alternare il montaggio.
Il montaggio parallelo su diverse parti della storia
In base a ciò che vorremo raccontare, possiamo decidere se i personaggi della nostra storia abbiano più o meno tutte le informazioni a disposizione dello spettatore. Il montaggio ci aiuta anche in questo e permette di giocare con sentimenti ed emozioni di chi sta guardando il nostro video.
Ad esempio, possiamo celare alcune informazioni e rivelarle soltanto nella parte finale della nostra storia; oppure potremmo dare tutte le informazioni allo spettatore, ma creare una storia così ben articolata da alternare più storie in un solo video. Citiamo il lavoro di serie TV come Better Call Saul, in cui, grazie al mirabile lavoro dei di sceneggiatori, registi ed editor, è possibile assistere a più piani di narrazione diversi che si intrecciano in un’unica grande storia, motore trascinante del destino del simpatico avvocato del New Mexico, Jimmy McGill.
Il montaggio parallelo è una tecnica da imparare a governare, ma è necessario avere ben chiari i processi con i quali vorrete raccontare la vostra storia.