Se ne è parlato tanto in giro per il web, ma i commenti sono per la maggioranza freddini a riguardo. Il DJI Spark non convince chi ha lavorato con droni professionali per un motivo davvero semplice: questo drone è un prodotto nuovo e, come tutte le novità, ci vuole un po’ di tempo in più del previsto per capirne a pieno il potenziale.
Per questo motivo ho atteso qualche giorno prima di parlare di DJI Spark su Diventa Videomaker e ho cercato di capire come poterlo presentare ad un pubblico di appassionati e di amatori del video.
Partiamo con un video test:
In questo editing ho inserito un po’ di materiale che ho girato nei primi giorni di utilizzo di Spark. Se siete dei videomaker alle prime armi, così come dei professionisti che si approcciano per la prima volta al mondo delle riprese aeree ne resterete stupefatti: DJI Spark è un concentrato di tecnologia in un corpo grande quanto il vostro telefono.
Ed è proprio il vostro telefono il primo strumento che vi permetterà di controllare DJI Spark: grazie ad una portata di circa 60 metri (il vostro telefono perderà il segnale anche dopo una distanza minore, probabilmente) avrete la possibilità di volare in tutta semplicità e leggerezza in lungo e in largo con il vostro drone.
Dotato di sensori infrarossi e di un sistema di riconoscimento, DJI Spark tende ad evitare tutto ciò che vedrà davanti a sé e nella parte inferiore del corpo. Fate attenzione ai lati, ma soprattutto alla zona posteriore e superiore del drone quando volate in quanto non saranno riconosciuti gli ostacoli e il rischio sarà quello di far bloccare le eliche e avere una conseguente distruzione totale del vostro piccolo gioiello di tecnologia.
È proprio il sistema di riconoscimento che rende DJI Spark un prodotto innovativo: la possibilità di comandarlo attraverso una serie di gesture crea un modo tutto nuovo per girare video, soprattutto per quella categoria di videomaker che fa del blog un vero e proprio prodotto editoriale e professionale. Il migliore utilizzo è sicuramente quello combinato (gesture + telefono) per avere un controllo totale del drone, soprattutto quando dovrete bloccare immediatamente un automatismo che sta per far schiantare lo Spark in un albero a 20 metri di distanza da voi.
La qualità della ripresa è entusiasmante: DJI Spark registra a 1080p per 30fps e scatta foto a 12 megapixel ma abbiamo trovato interessante la perdita di qualità relativamente bassa nell’upscaling al 4k. Ci siamo divertiti a creare diversi video per Instagram e abbiamo cercato di capire quale potesse essere il reale utilizzo di un prodotto del genere.
A cosa serve DJI Spark?
Sulla carta non si tratta di un prodotto professionale, ma può diventarlo nelle mani giuste. In un’epoca tecnologica in cui abbiamo bisogno di creare contenuti nel modo più veloce possibile, DJI ci viene incontro con un prodotto dalle dimensioni esigue e che permette di lanciare dirette live streaming mentre siamo in volo, ad un prezzo entusiasmante (A partire da 599€ su Amazon). C’è da dire che, per chi vuole una maggiore manovrabilità del mezzo, DJI Spark viene venduto anche in una versione Fly More Combo con integrato un telecomando che estende il range di portata a circa 2km nella versione sport e lo fa innalzare in volo fino a circa 500 metri di altezza. Una capacità che va ben oltre i limiti imposti da un utilizzo tramite smartphone che rendono, in ogni caso, DJI Spark un drone da battaglia: esci di casa, gira delle immagini meravigliose, caricale su facebook, instagram, twitter e così via. 1080p, in questo caso, sono più che sufficienti.
Così come vi abbiamo raccontato più volte su Diventa Videomaker, la scelta di una videocamera o di un drone, va fatta in base alla necessità: se avete necessità di una maggiore durata della batteria (Spark arriva a 16 minuti di volo) o di una maggiore risoluzione video, allora puntate su un drone più costoso. Se invece vi volete divertire, spingere la vostra professionalità su un prodotto più economico e portarvi a casa delle ottime riprese in Full HD, non ho dubbi: compratelo subito!